Fiesta
E i bicchieri eran vuoti
la bottiglia in pezzi
Il letto spalancato
e la porta sbarrata
E tutte le stelle di vetro
della felicità e della bellezza
risplendevano nella polvere
della stanza mal spazzata
Ed io ubriaco morto
ero un fuoco di gioia
e tu ubriaca viva
nuda nelle mie braccia.
Jacques Prévert
Jacques Prévert. Ci sarebbero mille cose da dire, mille poesie da presentare. Il suo nome si porta dietro un sospiro, ed è impossibile non pensare a tutte le meravigliose poesie d’amore che normalmente si associano alla sua opera.
Poeta francese, vive una relazione con Parigi lunga settant’anni e fa dei ragazzi, dei giovani, le sue muse, instancabile nel cantarne le storie e le passioni.
Sarebbe riduttivo definire Prévert solamente un poeta d’amore, lui, che pur nell’amore trova la sua ricerca, è un poeta di vita, semplice, immensa, potente vita. Vita nei passanti per strada, vita nei sentimenti, vita nella libertà.
“La nostra vita non è dietro a noi, né avanti, né adesso, è dentro”
Le sue rime sono gocce di pioggia battente inarrestabile, una parola segue l’altra, e trascinano chi legge lasciandolo alla firma senza fiato, travolto da un treno in corsa senza punteggiatura. Le parole sono talmente efficaci e immediate che già dopo il primo verso ci si ritrova per strada, contro le porte della notte o in un quartiere della Ville Lumiére. Prévert era bravo con le immagini, oltre essere un poeta è stato anche scenografo per il teatro e per il cinema.
Fiesta è una delle poesie simbolo del Prévert che preferisco: irrefrenabile.
Ogni verso è un’immagine, un dettaglio messo a fuoco, uno dopo l’altro senza pause, ed è impossibile non essere noi stessi in quella stanza e non sentire l’aria frizzante, l’eccitazione, l’elettricità
E tutte le stelle di vetro
della felicità e della bellezza
risplendevano nella polvere
della stanza mal spazzata
Impossibile non immaginarsi un sorriso ubriaco, un abbraccio appagato e stremato, le dita sulla pelle. Non esiste nient’altro, non esiste il tempo, non esiste il mondo, la porta sbarrata.
e tu ubriaca viva
nuda nelle mie braccia.
Siamo lì fino all’ultimo punto, l’unico punto.
La solita poesia d’amore non è riuscita ad essere banale, anzi si è innalzata tra la polvere e le stelle di vetro ad un passo dalla follia, travolgente, umana, vera, in una stanza mal spazzata, nuda, viva.