Abbiamo silenzio come i bimbi freddo
non si sa quando tanto tempo fa
rimandiamo accampando molte scuse
e troveremo scuse ancora a lungo
Siamo come un punto scucito al buio
e quanto non sappiamo e che promesse
Siamo pioggia rivolta verso l’alto
Siamo al rovescio nell’istante in cui
la verità è un dito sulle labbra.
Jan Skácel
Jan Skácel è uno dei più grandi poeti cechi del novecento, la sua poesia avanza mite tra fili d’erba e favole mormorate ai bambini davanti al caminetto. È una poesia ricca di silenzi, ma allo stesso tempo semplice, indifesa, aleggia tra le cose e dà loro vita, come il racconto dimenticato di un anziano cieco di paese.
È un poeta assorto, le dita al cielo stellato, l’inchiostro tra fogli di diario, scrive di casa, di storie comuni, con stupore sincero, tanto da fare quasi tenerezza, gli occhi spaesati nella grandezza ignota della condizione umana, tra certezze e domande, assenze e presenze.
Verso mattina, i bidoni son pieni di sogni interrotti.
Abbiamo silenzio come i bimbi freddo
e del silenzio facciamo il nostro compagno più fedele, muti tra le mille deboli verità che ci circondano. Parole, pensieri, ragionamenti, fluiscono nel silenzio del nostro sguardo, perso, vuoto di possibilità taciute e immaginate, mentre metafore scorrono come i campi dal finestrino del treno, vivi nelle capriole di luce.
Abbiamo silenzio, ed è naturale, come il freddo, sta lì ad accompagnare i passi sulla sabbia bagnata, soffocando baccani assordanti, acuendo il sapore metallico dell’assenza.
Abbiamo silenzio, ma non è nostro, sta fuori, come il vento, a soffiare senza mai stancarsi, senza curarsi dell’uomo stanco e dei suoi stracci che sbattono contro la pelle nuda.
Siamo come un punto scucito al buio
e quanto non sappiamo e che promesse
Siamo imperfetti e non perfezionabili, un punto scucito nel nero degli occhi della fortuna cieca, una mina che fischia senza conoscere punto di arrivo, e tra le vite e le storie che incontriamo il silenzio si moltiplica e si annulla, accarezzato dal sogno, tormentato dall’innamorato.
Eccoci che roteaiamo soli nella folla, in compagnia del colore del silenzio, che poi che colore sia non lo sappiamo davvero, ognuno ha il suo, ognuno ha lo stesso.
Siamo pioggia rivolta verso l’alto
Siamo qualcosa e il contrario di ciò che vorremo essere, siamo silenti, rimandiamo accampando molte scuse senza risposte, senza certezze. Dove andiamo lo sappiamo solo nel riflesso del pozzo del cuore, o forse no, e allora a che scopo parlare.
Siamo al rovescio nell’istante in cui
la verità è un dito sulle labbra.
La chiamano anima, luce, fuoco, sfumatura, nebbia, ma alla fine del giorno che cosa siamo quando abbiamo silenzio?
Come sempre ho i brividi ♥️
"Mi piace"Piace a 1 persona
❤
"Mi piace""Mi piace"