Non ho potuto scegliere – Zbigniew Herbert

non ho potuto scegliere
niente nella vita
secondo la mia volontà
il mio sapere
le buone intenzioni

né una professione
un rifugio nella storia
un sistema che spiegasse tutto
né tante altre cose
perciò ho scelto i luoghi
tanti luoghi di sosta
– tende
– locande sulla strada
– asili per senzatetto
– foresterie
– notti sub Iove
– celle di conviventi
– pensioni in riva al mare

i veicoli
come tappeti volanti
di una fiaba orientale
mi trasportavano
da un luogo all’altro
assonnato
estasiato
tormentato dalla bellezza del mondo

Zbigniew Herbert


Zbigniew Herbert, modesto poeta polacco del 900, vive i momenti più significativi della storia europea della seconda metà del XX secolo, tra la Seconda Guerra Mondiale, il regime comunista e la ricostruzione di una società spazzata in cenere.
Ha una scrittura pulita, dura e sincera. Come spesso è accaduto in quest’epoca anche lui, come tanti altri artisti, si schiera apertamente verso le storie meno rappresentate, reduce di un sistema oppressivo in cui la libertà sembra solo un etereo sogno infantile, perduto tra giocattoli e giornali.

I testi delineati con discrezione, in maniera geometrica, spaziano dalla disperazione della condizione morale dell’uomo al sogno, dalle denuncie sociali ai viaggi, e sono proprio questi ultimi ad accompagnare il poeta nelle sue ultime fasi, lui stesso passante, camminatore per i vicoli del mondo.

«Dove passerai l’eternità? Non lo so. Forse tra la sabbia delle nebulose»
da Conversazione

Non sempre le nostre mani stringono saldamente le fila dei giorni che vorremmo, il più delle volte i castelli astratti della nostra mente scivolano come fini granelli di sabbia dai pugni serrati. Cosa significa scegliere? É sufficiente una minima variazione nella giungla dei nostri criteri per sbandarci dal sentiero che tanto attentamente avevamo segnato e farci ricominciare daccapo.

non ho potuto scegliere
niente nella vita
secondo la mia volontà
il mio sapere
le buone intenzioni

Ci sono variazioni più evidenti, momenti storici, uragani sociali che si abbattono sulle tegole della nostra dimora. Crogiolarsi nel confortante pensiero che “non potrebbe mai succedere a me” e poi all’improvviso ritrovarsi soli in mezzo al mare, costretti a scegliere ciò che non avremo scelto, decisioni sfumate, trascinati dai canti che riempono le strade o dalle grida che spezzano i vetri.
Ci sono altre variazioni invece meno eclatanti, quelle di tutti i giorni, una persona, un messaggio, un’opportunità, un addio. Impercettibili battiti di ali, come la farfalla che genera l’uragano dall’altra parte del mondo, così granelli di storie intaccano la bolla di sapone che ci fa sentire a casa.
Non ci si accorge nemmeno del sentiero che curva, delle briciole di gomma abbandonate sul lato del nostro percorso tracciato a matita..aggiungi, sottrai, gira, ignora.

Z. Herbert è consapevole, accoglie i limiti della sua esistenza e li rende elastici; laddove la direzione finale risiede al di là della sua penna, dirige le tappe intermedie

perciò ho scelto i luoghi
tanti luoghi di sosta

Ricomincia ogni giorno da quei posti dove il colore si fa respiro, dove si è accerchiati dal rumore dei pensieri di chi dorme accanto al bicchiere e dal canto delle cicale lì vicine, dove le storie si fanno drammaticamente racconti e i racconti si travestono da storie. Tende, locande, asili per senzatetto, notti sub Iove, sotto le stelle.
A tu per tu con le “variazioni”, sceglie di non scegliere, e abbraccia le possibilità senza domandarsene il fine, un intrecciarsi di vite armonioso in un modo traboccante di mondi.

Alla luce di un nuovo anno che inizia, di nuove prospettive lontane, promesse, obbiettivi, scegliere di non scegliere sembra quasi un’assurdità, eppure quante porte rimangono chiuse alle spalle nel nostro sfrecciare, così rapidi che neanche le riconosciamo in quello sferragliare di forme e pastelli che ci spettina i pensieri.
Perché non lasciarsi invece accarezzare dalle onde che si infrangono sugli scogli accanto al nostro? Perché non scegliere anche noi i luoghi di sosta, incrociare orme, sentimenti, darci la possibilità di avere altre possibilità, un augurio, una speranza per poter anche solo per un momento ricominciare proprio come Herbert assonnati, estasiati, tormentati dalla bellezza del mondo.

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